Le origini della pittura a olio affondano le radici nell’antichità. Fu comunque dalla metà del XV secolo che l’olio conobbe una straordinaria diffusione in Italia. La pittura ad olio, inizialmente stesa su supporto ligneo, dal XVI secolo si affermò anche su tela, dando origine a una modalità quasi esclusiva che nella tecnica pittorica mutò solo con la comparsa dei colori acrilici.
Anticamente il pittore realizzava da sé stesso i colori, lavorando la materia prima che doveva essere ridotta finemente in polvere, lavata (purificata) ed infine macinata con l’olio…
STRUTTURA:
I colori ad olio contengono pigmenti polverizzati in prevalenza di origine minerale, ma non mancano colori ottenuti da terre, da sostanze vegetali o di origine animale.
Alcuni di essi sono:
- Bianco: ossido di titanio, ossido di zinco, carbonato basico di piombo
- Bruno: ossido di ferro, solfato di ferro; appartengono a questa famiglia anche le cosiddette Terre di Siena
- Blu: ossido di cobalto
- Giallo: solfuro di cadmio, cromati di piombo
- Nero: carbone d’avorio (ossa calcinate), carbone di vite
- Rosso: solfuro mercurico o cinabro, solfuro di cadmio, ossido di ferro; cocciniglia
- Verde: ossido di rame, ossido di cromo
I colori sono soggetti a ossidazione atmosferica, ciò significa che essi tendono naturalmente a scurire nel tempo. Tale tendenza può essere rallentata o anche arrestata ponendo l’opera in una camera protettiva dotata di atmosfera controllata o inerte (assenza di ossidanti gassosi quali l’ossigeno e sostituzione con l’azoto). I colori ad olio risentono anche di ampie e repentine escursioni termiche e, ovviamente, degli inquinanti ambientali.
Oggi quasi tutti i pittori utilizzano colori a olio in tubetto, già pronti, reperibili nei colorifici.
VANTAGGI:
L’olio è un ottimo legante che indurisce nel tempo per contatto con l’ossigeno presente nell’aria formando una pellicola insolubile e resistente (polimerizzazione).
La possibilità di creare finissime velature trasparenti e di lavorare il colore “nel bagnato” permette di ottenere effetti di luce e di profondità difficilmente raggiungibili con altre tecniche pittoriche.
Consente inoltre di ampliare la gamma cromatica, ammorbidire le sfumature e potenziare il modellato.
I colori impastati con l’olio, una volta asciutti, garantiscono una lunga durata soprattutto rispetto alla tempera, mantenendo pressoché inalterati i valori cromatici.
SVANTAGGI:
Lo svantaggio nel complesso limitato del colore a olio risiede nei lunghi tempi di asciugatura e nella difficoltà di apprendere e padroneggiare talune tecniche.
L’aggiunta di sostanze essiccanti inoltre provoca spesso effetti irreversibili di scurimento dei dipinti.
LEGANTI:
La differenza nella tecnica è costituita dal legante che invece di essere uovo, caseina o gomme naturali (tempera), è un olio. Si utilizzano sia olii naturalmente essiccanti (olio di lino, olio di noce, olio di papavero), che essenze o oli essenziali (essenza di trementina, essenza di rosmarino). Queste ultime sostanze, più costose perché ottenute per distillazione, vengono utilizzate come diluente, garantendo una materia più fluida e trasparente adatta alle velature e meno soggetta all’ingiallimento.
Il legante oleoso più utilizzato è l’olio di lino.
SUPPORTI:
La pittura a olio può essere eseguita su supporti vari: sin dal Trecento, si usano tavole di legno, fino alla comparsa, nel secolo successivo, delle tele. Altri supporti, più rari, sono il cuoio, il rame e la carta, di solito adeguatamente preparati;
oggi si trovano in commercio cartoni telati o carte speciali, a grana grossa e con scarsa permeabilità.
IMPRIMITURA:
Solitamente, si preferisce dipingere su uno strato di imprimitura che renda uniforme il supporto e che limiti l’assorbimento dell’olio, per lavorare con facilità il colore.
L’imprimitura più usata, fin dai secoli passati, è composta da gesso mescolato con colla di caseina o di coniglio, talvolta anche con l’aggiunta d’una piccola parte d’olio di lino cotto: la miscela deve essere densa per formare spessore, ma allo stesso tempo abbastanza fluida da poter essere stesa.
Questa imprimitura può essere utilizzata sia sulle tele che sulle tavole.